Il CREA (Centro di Ricerca per gli Alimenti e la Nutrizione) sul sito "Sapermangiare" realizzato dall’INRAN (Istituto Nazionale di Ricerca per gli Alimenti e la Nutrizione) avverte che il sovrappeso non è correlato alle intolleranze alimentari.
A tal proposito vediamo cosa riporta.
Intolleranze alimentari e sovrappeso: c'è un legame?
Negli ultimi anni, parallelamente al dilagare del fenomeno obesità e di altre patologie legate all'alimentazione, si sono diffuse una serie di voci, miti e metodi diagnostici che non hanno fondamento scientifico e non sono peraltro riconosciuti dalla medicina. Intolleranze e sovrappeso sono fenomeni lontani tra di loro e non hanno legami. Al limite, se proprio vogliamo cercare una relazione tra i due, dovremmo propendere per un effetto sulla riduzione del peso, dato che determinando la mancata utilizzazione di un alimento da parte dell'organismo, ne ostacolano l'assorbimento. In ogni caso sono del tutto prive di senso affermazioni come "l'alimento a cui si è intolleranti causa un rallentamento del metabolismo e quindi un aumento di peso" e servono solamente ad arricchire qualcuno a discapito di qualcun altro.
Tutti i test non accreditati per le intolleranze alimentari, infatti, oltre a diagnosticarne alcune che fanno da coreografia, riportano nei pazienti sovrappeso o obesi una intolleranza a latticini e lieviti. Togliendo dalla dieta pane, pasta, formaggi e dolci si tolgono circa 1000 kcal al giorno, alle quali "l'intollerante" rinuncerà, dimagrendo. Potenza della suggestione.
Purtroppo questo succede perché c'è un vuoto di conoscenze e di metodi affidabili per la diagnosi, che invece riveste un ruolo centrale in questo tipo di patologie che favoriscono le speculazioni di pseudo professionisti.
E cosa riportava già prima:
Allergie e intolleranze: reazioni avverse agli alimenti
Allergie e intolleranze alimentari, meglio definite come reazioni avverse agli alimenti, sono in aumento in Italia e nel mondo occidentale così come lo sono le allergie in generale. In mancanza di dati epidemiologici nazionali dobbiamo riferirci a quelli degli Stati Uniti, che stimano una prevalenza delle allergie alimentari pari al 10% (13% nei bambini e 7% nell’adulto) della popolazione generale. Studi europei stimano invece una percentuale molto più bassa, intorno al 7.5% nei bambini e 2% nell’adulto. Nonostante il continuo aumento di queste patologie, c’è ancora parecchia incertezza sui meccanismi che ne stanno alla base, così come molte incertezze nella diagnosi che viene spesso affidata a metodologie non idonee (esami di fanta-magia). Si aggiunga a questo la crescente credenza popolare, del tutto infondata, che le allergie alimentari siano responsabili di molti fenomeni di sovrappeso. Le allergie alimentari non hanno generalmente nessuna influenza sul peso corporeo, ma se un effetto dobbiamo per forza trovarlo, sarà nel senso di una diminuzione di peso per mancato assorbimento di nutrienti e non certo di un aumento. Tali credenze sono purtroppo supportate da operatori sanitari disonesti e senza scrupoli che, facendosi forza sulla credulità dei pazienti ed affidandosi a fantasiose e coreografiche metodologie diagnostiche propugnano diete inutili e spesso dannose.